Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 30 settembre 2016 Ho letto e condiviso le pacate riflessioni critiche che, sul Corriere del Trentino di ieri, Luca Malossini ha dedicato alla tormentata vicenda del Comune di Trento, sotto il titolo significativo e preoccupante «La burrasca non è finita». Che non sia finita, lo si è verificato incredibilmente l’altra sera in Consiglio comunale, dove la variazione di bilancio è stata approvata con la striminzita maggioranza di soli 21 voti: se il buon giorno si vede dal mattino... Soltanto in un passaggio Luca Malossini usa un termine forte nei confronti di Andreatta, parlando di «una decisione da azzeccagarbugli piuttosto che da amministratore». È una espressione molto dura e sprezzante, che forse io non avrei usato, ma che ha un fondamento su come sono andate effettivamente le cose. Non posso parlare a nome di altri, ma per quanto riguarda i Verdi forse è il caso di ricapitolare quanto è avvenuto. Ormai tre settimane fa, il 9 settembre siamo stati tra i primi a essere ricevuti dal sindaco. Ad Andreatta abbiamo detto di non avere nessuna rivendicazione da proporgli, pur avendo chiesto all’inizio della consiliatura di poter assumere l’assessorato all’ambiente, considerando anche l’ottima esperienza fatta in quell’incarico da Aldo Pompermaier, nell’ultima giunta Pacher, in materia di rifiuti, mobilità, energia e altro ancora. Il sindaco non diede seguito alla nostra richiesta e propose Lucia Coppola per la presidenza del Consiglio comunale. Accettammo senza recriminazioni e Lucia Coppola ha assolto a quel mandato — che non è stato frutto di una nomina, ma di un voto quasi unanime del Consiglio — nel migliore dei modi, come le viene riconosciuto da più parti. Nel corso di quell’incontro, Andreatta ci espose le sue intenzioni iniziali, che ora sono state totalmente smentite dalle scelte fatte. Noi ci siamo impegnati alla riservatezza e, in queste settimane di travaglio (un parto assai difficile), non una sola nostra dichiarazione è uscita sui giornali, che pure erano ogni giorno ricchi di richieste e proposte altrui. Anche nell’incontro informale tra i rappresentanti dei partiti del 24 settembre non abbiamo avanzato alcuna richiesta e abbiamo preso atto soltanto delle dichiarazioni di altre forze politiche. In quella sede il Patt ci avvisò che aveva chiesto al sindaco di sostituire l’assessora all’ambiente Marika Ferrari con Lucia Coppola, chiedendo per Alberto Pattini la presidenza del Consiglio comunale. Anche in quel caso nessuna rivendicazione da parte nostra. Notavamo soltanto che era il Patt a chiedere la sostituzione della sua assessora e registravamo che almeno si proponeva un’altra donna al suo posto. Qualche giorno fa il sindaco telefonava a Lucia Coppola per annunciarle la sostituzione e addirittura martedì mattina le illustrava già le procedure per lasciare la presidenza del Consiglio e per prepararsi ad assumere l’assessorato all’ambiente, annunciandole che la nomina l’avrebbe ufficializzata nella conferenza stampa. Come sono andate le cose, è cronaca di poche ore fa. Nulla i Verdi avevano chiesto, ma certo Andreatta ha dimostrato una singolare coerenza politica, smentendo le sue decisioni annunciate e addirittura — e questa è davvero una scelta molto grave — eliminando l’autonomia dell’assessorato all’ambiente, accorpandolo alla cultura. Una scelta incredibile, che credo non abbia precedenti in alcun Comune capoluogo di tutta Italia: dovunque c’è nella sua autonomia l’ambiente e anzi spesso viene implementato e rafforzato, essendo diventato uno dei settori strategici per amministrare le città del futuro. Sono davvero finite le fibrillazioni nei tre partiti maggiori? Non andremo più incontro a sorprese in aula consiliare e a continue dichiarazioni polemiche sui giornali? A giudicare dalle prime reazioni «del giorno dopo», parrebbe proprio di no. Non ne esce rafforzato né il sindaco Andreatta, né la coalizione nel suo insieme, visti i commenti dei vari partiti. Anche in questo caso, i Verdi hanno mantenuto riservatezza e lealtà, come sempre. Ma dire che siamo convinti delle scelte fatte, sarebbe davvero troppo. Non si può confondere la lealtà con l’ipocrisia. Comunque, speriamo che la nuova alba nasca. Marco Boato
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MARCO BOATO |
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